Pervertito sconosciuto sborra e pipì dentro la mia biancheria intima sull'ultima carrozza della metropolitana
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Il treno attira mentre entra nella stazione, le luci della piattaforma inondano la macchina di un assale bagliore bianco. Le porte si aprono, ma nessuno si eccita, e né Jessy né Vince fanno una mossa per andarsene. L'aria cresce più spessa, si avvolgono la tensione, come se la metropolitana stessa stesse trattenendo il respiro. Jessy cambia, le sue cosce si sgrillettano, il pizzo bagnato delle sue mutandine fà un suono morbido e tremante che è appena udibile sul ronzio del treno. Non incrocia le gambe, poi le incrocia di nuovo, i suoi movimenti lenti, deliberata, come se stesse testando la sua determinazione. I suoi occhi leccano di nuovo verso di te, inlingerendo questa volta, un mix di vulnerabilità e qualcosa di più caldo, più primordiale, bruciando nella loro profondità. "Questo... non è normale", sussurrta, la sua voce tremante ma viene legata da un bordo strano e senza fiato, come se si confessa a se stessa quanto a te. Le sue dita allentano sulla borsa, una mano alla deriva verso la coscia, spazzolando il bordo della gonna dove le calze bagnate pendono.